firma autografa di Elsa Morante con disegno autografo raffigurante la scrittrice circondata da gatti
Le stanze di Elsa

Menzogna e sortilegio

Pagine sparse

Il romanzo

Menzogna e sortilegio fu scritto dalla Morante negli anni compresi tra il 1943 e il 1947. Appena pubblicato vinse a sorpresa, nell'estate del 1948, il Premio Viareggio.

Le vicende che riguardano la stesura di questo primo romanzo di Elsa Morante sono piuttosto avventurose e complesse. La composizione del romanzo nel suo impianto definitivo prese avvio nel 1943, col titolo Vita di mia nonna, facendo seguito a una serie di precedenti tentativi a cui la scrittrice aveva lavorato tra il 1941 e 1942, ma ebbe presto una lunga interruzione, poiché la Morante, insieme a Moravia, nel settembre di quello stesso anno era stata costretta a fuggire da Roma per sottrarsi alle leggi razziali e a rifugiarsi in Ciociaria. Elsa non poté portare con sé le carte su cui stava lavorando e le affidò ad un amico, Carlo Lodovico Bragaglia. Ne rientrò in possesso, grazie a un viaggio avventuroso, poco prima della fine della guerra.

La Morante, perciò, riprese la stesura del romanzo, a partire dall'estate del '44, nella piccola casa di via Sgambati, dove Moravia contemporaneamente componeva La romana.

Occorsero quattro, intensi anni di scrittura per concluderlo, e il 1946, finita la guerra, ritrovata una qualche serenità, fu l'anno centrale per la sua composizione: «Il 1946 mi ha concesso di dedicarmi a un lavoro che mi piaceva estremamente, che amavo, che mi era caro e di concluderlo. Di avere cioè un poco di pace e un tavolino tutto per me, il che in periodi come questi è un gran privilegio. [...] così ho potuto terminare un libro che avevo vagheggiato di scrivere fin da quando, posso dire, ero bambina».

Nel gennaio del 1948 il dattiloscritto del romanzo era ormai finito, fu spedito alla Einaudi e immediatamente letto da una stupita e ammirata Natalia Ginzburg, giovane collaboratrice della casa editrice torinese.

Il manoscritto

Il manoscritto di Menzogna e sortilegio si compone di un corpus centrale di 40 quaderni scolastici numerati dall'Autrice in numeri romani, di due cartelle di carte sciolte che contengono documenti antecedenti e coevi alla stesura su quaderni e del dattiloscritto con correzioni autografe.

Le pagine dei quaderni 1-34 sono numerate dall'Autrice solo sul recto, senza soluzione di continuità da pagina 1 a pagina 3173 e costituiscono il testo del romanzo, i quaderni 35-40 sono "quaderni aggiunti" e contengono ampie porzioni di testo riscritte tra cui integralmente i primi due capitoli. Non esiste il quaderno numero diciassette, ma due quaderni sedici, primo e secondo.

Nel verso di copertina dei quaderni è visibile la targhetta della "Cartoleria Zampini, via Frattina 43".

Il testo si distribuisce nei quaderni secondo delle regole interne alla composizione.

Le pagine sul recto del quaderno, numerate, contengono il testo, il verso delle pagine, lasciato in bianco, viene utilizzato per le revisioni, i commenti, i rinvii.

I piatti delle copertine, a loro volta, vengono utilizzati in modo preciso. Nel piatto anteriore si evidenzia la ricerca dei numerosi elementi paratestuali a cui è dato grande spazio nella redazione definitiva del romanzo: epigrafi, dediche, i numerosissimi titoli dei capitoli che scandiscono il titolo generale dell'opera.

La ricerca del titolo è un percorso complesso, testimoniato in tutto l'arco della lavorazione del romanzo che passa attraverso una serie di innumerevoli ipotesi, ed è riassunta e rappresentata quasi iconograficamente in apertura al primo dei due quaderni contrassegnati dal numero sedici. Ma già in apertura al primo quaderno troviamo numerose ipotesi (La fenice, Diamante e Rubino, Il coro tace, Il corvo, L'istrione, Editta, ovvero le finte memorie, La crudeltà, L'immaginaria. Spiccano, posti nella posizione centrale della pagina, rispettivamente sul verso di copertina e sulla carta di destra: La morte del padre, romanzo, e Amori crudeli .

Nei piatti posteriori e nelle ultime pagine di quaderno si sedimenta invece il lavoro di revisione del testo che la Morante andava facendo probabilmente in parallelo e troviamo perciò notazioni di contenuto, appunti per eventuali correzioni da introdurre, interventi sullo sviluppo narrativo e sulla caratterizzazione psicologica dei personaggi, elenchi di parole.

L'impressione è quella di trovarsi di fronte a un materiale che fa fatica a essere contenuto sul foglio di quaderno e che, come in un gioco di specchi, potrebbe perdersi in un'infinita teoria di immagini riflesse, in una struttura di scatole cinesi, una storia dentro l'altra. Perciò il lavoro principale, una volta che il flusso "incandescente" si è fissato sulla pagina, è proprio quello di modellarlo, alleggerirlo, decantarlo.

Lungo tutto il lavoro di stesura, corre la preoccupazione di mettere la parola fine a un'incessante attività di revisione e ricomposizione (numerose le indicazioni di spostare episodi in altra parte del romanzo) e riuscire finalmente a chiudere il romanzo, e a distaccarsene, viene espressa esplicitamente da Elsa quando il romanzo ormai volge alla fine con un messaggio perentorio: "Lettera aperta/ Cara Elsa/ siamo intesi: copiare il libro e poi basta, morire. Quel che ti resterebbe da fare dopo non sarebbe che mortificazione e scherno. Allora promesso eh?
Affettuosamente Elsa/Roma 13 giugno 1947".

Il manoscritto rappresenta uno straordinario ipertesto dove tutte le pulsioni e gli elementi di cui la narrazione si compone confluiscono e coesistono, e dove, tra gli innumerevoli livelli di lettura, si coglie anche quello di una sorta di diario intimo che corre in parallelo ad esso.

Le edizioni

La prima edizione di Menzogna e sortilegio esce nel 1948 nella collana «Supercoralli» di Einaudi. In copertina compare un particolare di un dipinto di Marc Chagall indicato sul libro con il titolo A l'ombre des rêves (personaggio immerso tra memoria e sogno). Nel 1961 esce una nuova edizione sempre nella collana «Supercoralli», per la quale Elsa sceglie l'immagine di un particolare di Zolfatorello ferito di Guttuso (riferimento ambientale, la Sicilia, quindi legame con Palermo, dove abita la protagonista Elisa. Contesto socio economico: prospettiva ideologica marxista di Lukàcs. La Morante si schiera a sostegno dell'arte realista e figurativa). [Einaudi Tascabili 1994: Guttuso, Nudo con la testa sul cuscino] Nel 1975 ancora una nuova edizione del romanzo nella collana «Gli struzzi» e l'immagine di copertina viene sostituita con un particolare di un'incisione di Goya: El caballo raptor, della serie Los disparates. Un particolare di questa incisione viene riproposto anche sulla copertina dell'edizione nella collana «ET Scrittori» del 2005.

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