Salerno è stata sede della prima scuola medica d'Europa, di tendenza spiccatamente laica, fra la fine del sec. XI e l'inizio del XIII. La posizione geografica ebbe sicuramente un ruolo fondamentale nella crescita della Scuola: Salerno, porto al centro del Mediterraneo, subisce e metabolizza gli influssi della cultura Araba e Greco-bizantina. Nella diffusione della scienza delle piante e farmacologia, la Scuola ebbe un particolare ruolo quando ad una lunga tradizione di insegnamento di un sapere eminentemente pratico di impronta greco-latina, si aggiunse, grazie soprattutto al lavoro di Costantino Africano (pieno XI sec.), la materia araba, restituendo alla pratica i fondamenti teorici originali.
La scuola di Salerno è stata considerata come la prima Università dell'Europa medievale e come uno dei centri di medicina più avanzati dove il riconoscimento e l'uso delle erbe resta insuperato.
I medici salernitani erano profondi conoscitori del mondo vegetale ed abili nella manipolazione di erbe. Questa loro esperienza si manifesta nell'elaborazione di trattati in cui i semplici vengono scientificamente indagati e classificati in base alle loro proprietà medicamentose, diversamente combinati e dosati secondo le varie applicazioni terapeutiche.
L'opera fondamentale della botanica medicinale medioevale è il Circa instans, titolo desunto dalle prime parole del testo.


Ma il trattato più famoso della Scuola Salernitana, è il Regimen Sanitatis, un'opera in versi, chiamata anche Flos medicinae Salerni o Schola salernitana o De conservando bona valetudine, dove sono contemplate diciotto piante semplici: malva, menta, salvia, ruta, cipolla, senape, viola, ortica, issopo, cherefolio, ènula campana, pulegio, nasturzio, celidonia, salice, croco, porro e pepe nero.
Si deve sempre alla scuola salernitana la prima farmacopea: l'Antidotarium che fornisce i rimedi per diverse malattie. Federico II , attribuendo a Salerno il titolo di Civitas Ippocratica, e riconoscendo la Scuola Salernitana come facoltà medica distaccata dello studio napoletano, lo scelse come testo base per il primo ricettario ufficiale, e, fino alla comparsa delle farmacopee locali, fu il testo di riferimento più diffuso in Europa.
Nel XIV secolo nasce a Salerno il primo giardino botanico ad opera di Matteo Selvatico autore dell'Opus Pandectarum Medicinae un trattato scritto per medici e farmacisti dove le piante medicinali vengono descritte con l'aggiunta di personali valutazioni.