La mostra Erbe e speziali. I laboratori della salute.
Margherita Breccia Fratadocchi


"Se avrai l'orto con la biblioteca nulla ti mancherà": il motto, iscritto sulla fontana del Giardino dei semplici al Collegio Romano, è esemplificativo del profondo legame tra il mondo delle biblioteche e il mondo della botanica, più vicini di quanto si possa pensare nell'acquisire conoscenze e trasformarle quindi in esperienze pratiche.

Le opere di illustri studiosi di botanica e di farmacopea sono infatti da sempre confluiti in importanti raccolte bibliotecarie e nelle collezioni di prestigiose istituzioni, soprattutto religiose.
D'altronde è all'interno di queste ultime che si scoprono e si ritrovano magici spazi destinati a giardini dei semplici, a loro volta spesso collegati ad antiche ed illustri spezierie.

L'esposizione ha inteso quindi riscostruire, attraverso documenti manoscritti e a stampa, arredi e strumenti da lavoro di antiche spezierie, il panorama storico-scientifico dell'evoluzione e delle applicazioni della botanica e della farmacopea, dalle prime documentazioni fino al XVIII secolo, periodo in cui si completa il passaggio dalla cultura empirica alla scienza medica e botanica, con particolare attenzione all'ambiente romano.

Se Teofrasto, Galeno, Ippocrate, Dioscoride, Avicenna, Mesue e la Scuola Medica Salernitana sono alla base di ogni sviluppo successivo delle discipline mediche e botaniche, nuovi orizzonti si apriranno con la scoperta dell'America e con la rivoluzione tipografica.

Le nuove piante si conosceranno grazie ai commerci e ai trasporti tra Europa e Indie Orientali e Occidentali, ma anche tramite i viaggi in questi paesi di medici e botanici, che affideranno alla stampa le loro scoperte e le loro riflessioni, permettendone una più ampia conoscenza e diffusione, che nel tempo si arricchirà grazie all'attività dei missionari, in particolare gesuiti e carmelitani.


La china, introdotta in Europa e a Roma dai Gesuiti e la figura di Paolino da San Bartolomeo, carmelitano e missionario nel Malabar, sono tra le più significative testimonianze in tal senso.


La presenza di piante esotiche e di importazione è attestata anche a Roma ove, già nel XVII secolo, istituzioni quali l'Accademia dei Lincei , creata da Federico Cesi nel 1606, e l'Orto botanico universitario, sorto alle spalle di San Pietro in Montorio, per volere di Papa Alessandro VII, avevano dato un grande impulso allo studio e all'impiego delle piante medicinali nelle terapie.

Giovanni Battista Trionfetti, Francesco Maratti, Giorgio Bonelli, quali direttori dell'Orto Botanico e Liberato Sabbati , nel ruolo di infaticabile custode, saranno tra i principali protagonisti di questa istituzione fra XVII e XVIII secolo.

Figura di spicco nella storia della botanica romana è Liberato Sabbati che tra le sue molte iniziative ideerà anche un Catalogus plantarum, per il Giardino dei semplici del Collegio Romano, ricco di piante anche esotiche, e al quale darà nuovo assetto, come testimoniato da due manoscritti della Biblioteca Nazionale di Roma e dell'Archivio della Pontificia Università Gregoriana.



Collegata a Giardino dei Semplici e famosa per la sua teriaca e per la diffusione della china, è la Spezieria del Collegio Romano, dotata anche di una propria ricchissima biblioteca, di cui è stato individuato nell'Archivio della Biblioteca nazionale di Roma un catalogo manoscritto, compilato verosimilmente dopo la soppresione delle corporazioni religiose (1876), che ha consentito di ricostruire il patrimonio di questa biblioteca.

Mentre ciarlatani e saltimbanchi animavano le piazze romane, coinvolgendo la popolazione verso medicamenti più o meno attendibili, la Spezieria del Collegio Romano e la Spezieria di S.Maria della Scala dei Padri Carmelitani, insieme a molte altre spezierie conventuali, erano punti di riferimento fondamentali per ricevere cure "sicure" a Roma tra il XVII e il XVIII secolo.



Accanto ad esse numerose altre spezierie laiche "accreditate", di cui, alcune ancora oggi attive, possono testimoniare un glorioso passato: l'Antica Farmacia Pesci a Fontana di Trevi, l'Antica Farmacia Reale, la Farmacia Langeli, la Farmacia Savignoni, la Pontificia Erboristeria al Pozzo delle Cornacchie e l'Antica Erboristeria di Via di Torre Argentina, dove, tra documenti, immagini, arredi ed oggetti originali "piace evocare l'onesta figura dello speziale. Nel pomeriggio primaverile, egli siede sulla scranna tornita, chiuso nel nero camice cui conferisce una nota candida il collettone arrovesciato. Ai suoi piedi un micio ben pasciuto fa le fusa. Ritmi di pestelli, che tritano chissà quali toccasana".


Un sentito e caro ringraziamento a tutti coloro che a vario titolo hanno collaborato alla realizzazione di questo evento, a tutti gli Enti ed Istituzioni che hanno collaborato, patrocinato e contribuito alla realizzazione della mostra, ma, pur tenendo presente tutti in ugual modo, mi sia permesso ringraziare alcune persone in particolare, con le quali è iniziata una collaborazione, che spero duri nel tempo.
Grazie quindi al professor Leonardo Colapinto dell'Università degli Studi di Roma, nostro nume tutelare e guida illuminata in questa iniziativa, al dottor Alain Touwaide della Smithsonian Institution, che ha accolto con entusiasmo e disponibilità il nostro invito ad essere presente a questo evento, al professor Alessandro Menghini dell'Università degli Studi di Perugia e curatore per Aboca Museum della redazione del catalogo, alla professoressa Paola Colace Radici dell'Università degli Studi di Messina, alle professoresse Loretta Gratani e Giovanna Abbate, direttori dell'Orto botanico di Roma e del museo Erbario, alla professoressa Lidya Salviucci, responsabile dell'Archivio della Pontificia Università Gregoriana e a padre Rafael Carbonel de Masy, S.I., insieme a tutta la comunità dei padre Gesuiti. Grazie a padre Gaetano Gagliardi che con tanto entusiasmo ha introdotto nei segreti della Spezieria di Santa Maria della Scala e grazie a tutta la Comunità della Provincia Romana dei Carmelitani Scalzi, a padre Pierdamiano Spotorno dell'abbazia di Vallombrosa che ha fatto conoscere due importanti testimonianze dell'attività di Francesco Maratti, ai nostri amici farmacisti Giulio Tassoni di Niviano dell'Antica Farmacia Reale, e i nostri cari Alessandra e Mauro Ciotti, attuali titolari della farmacia Pesci, a Giannantonio e Tito Piccioni e al dottor Francesco de Petra.
Ma un grazie grande lo devo alle mie colleghe e colleghi della Biblioteca Nazionale, in particolare alle dottoresse Patrizia Costabile, Simonetta Buttò, Marina Battaglini, Beatrice Marsili, e a Claudia Di Lillo, allestitrice della mostra, a Caterina Gualano, Arturo Ferrari, il nostro grafico doc e se avete ammirato il biglietto d'invito il merito è tutto suo!