L'illustrazione botanica negli erbari a stampa del XV e XVI secolo
Il programma di ricerca PLANT e il suo contributo all'analisi delle rappresentazioni di piante


Nel 1484, lo stampatore Peter Schöffer pubblico' con i suoi torchi a Magonza il primo di una lunga serie di erbari illustrati, conosciuto come l'Herbarius Maguntie, e, nello stesso anno, altri stampatori pubblicarono simili lavori in Speier, Kuilenburg e Louvain. In 174 folii, l'Herbarius di Magonza presenta150 piante utilizzate a fini terapeutici a quell'epoca e ordinate in ordine alfabetico del loro nome latino, dando per ognuna una rappresentazione seguita dalla lista delle applicazioni terapeutiche, con le parti da utilizzare e la loro preparazione. Questo volume di dimensioni tutto sommato assai modeste (210 x 142 mm) iniziò una produzione tanto tipografica quanto scientifica che andò ampliandosi sin dalle ultime decadi del XV secolo e più ancora durante tutto il XVI secolo con significativi spostamenti dei centri di produzione fra la Germania, l'Italia e i Paesi Bassi. Pur continua attraverso gli anni, la produzione di rappresentazioni di piante si modificò in modo singulare durante tutto questo periodo, passando, secondo l'interpretazione generalmente ammessa, da immagini schematiche considerate di tipo medievali ad altre, realistiche e moderne, risultanti da un'osservazione diretta e personale della natura, ciò che rappresenterebbe un primo esempio di rivoluzione scientifica secondo il modello sviluppato da Thomas Kuhn e definito da un cambiamento di paradigma.
Un esame sistematico della produzione libraria e scientifica dal 1484 a 1598, reso possibile dal programma di ricerca PLANT - Plantarum Aetatis Novae Tabulae realizzato in collaborazione dal Dipartimento di Botanica del National Museum of Natural History della Smithsonian Institution a Washington DC (Stati Uniti) e dal Dipartimento Manoscritti e Libri Rari della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, ha permesso di rivedere la questione della trasformazione dell'illustrazione botanica dei secoli XV e XVI, suggerendone una nuova interpretazione che qui proponiamo 1. A tal fine presentiamo innanzitutto il programma PLANT con l'obiettivo di illustrarne le maggiori caratteristiche e potenzialità, fra l'altro per la storia dell'illustrazione botanica rinascimentale.

Il programma di ricerca PLANT


Il programma Plantarum Aetatis Novae Tabulae (Illustrazioni botaniche del Rinascimento), conosciuto anche con il suo acronomo PLANT, verte sugli erbari a stampa illustrati prodotti durante il Rinascimento 2. Con il termine erbari intendiamo i libri di piante utilizzate a fini terapeutici - che siano traduzioni, commenti o adattamenti di testi classici quali il De materia medica del greco Dioscoride (I sec. d.C.) o opere originali radicate o no nella tradizione medievale -, costituiti da una serie di capitoli, ognuno dei quali è specificamente dedicato a una pianta e contiene normalmente i seguenti elementi secondo un modulo tendenzialmente uniforme: nome e possibili sinonimi (col passare del tempo, in varie lingue, incluse le lingue vernacolari), una descrizione della pianta più o meno approfondita secondo i casi, gli usi terapeutici (e, dipendendo dai libri, altri usi quali veterinari, cosmetici o artigianali) e una rappresentazione della pianta. Il Rinascimento - che il mondo anglo-sassone preferisce chiamare l'epoca pre-moderna - è definito qui per convenzione come il periodo dal 1484 (data del primo erbario a stampa evocato sopra) al 1598 (anno non solo dell'ultima edizione a stampa del più importante testo classico nel settore, l'opera di Dioscoride evocata sopra, ma anche di altri avvenimenti di tipo più prettamente politico quali la fine delle guerre di religioni).

Il programma mira innanzitutto a censire gli erbari prodotti durante l'arco di tempo considerato e, per ognuno di loro, a darne una descrizione bibliologica, a registrare tutte le piante trattate - cioè a creare l'indice dei capitoli poiché ciascuno è dedicato ad una ed una sola pianta - e le correlate illustrazioni, e a digitalizzare tutte le pagine con rappresentazioni di piante - non solo le illustrazioni, ma le pagine intere in modo tale da poter percepire la disposizione della pagina e la relazione della figura con il testo. Tutti i dati raccolti o creati vengono registrati su computer in varie database interrelate in modo tale da poter richiamare i dati secondo diversi parametri.

Il materiale raccolto o creato in tale modo viene corredato da tutte le informazioni storiche necessarie per la sua interpretazione, che sia la biografia degli autori degli erbari (con relativa bibliografia), il contributo, l'originalità o qualsiasi caratteristica significativa dell'opera considerata (doverosamente corredata di bibliografia), gli editori dei volumi o ancora, l'identificazione botanica scientifica delle piante con i nomi antichi (greci e latini), rinascimentali (in tutte le lingue, tanto erudite quanto vernacolari attestate dagli erbari) e moderni (in cinque lingue: francese, inglese, italiano, spagnolo e tedesco).

Senza entrare nei minimi particolari, possiamo dire che l'enorme quantità di dati verrà strutturata in modo articolato, distinguendo, per esempio, le varie edizioni di un'opera, le sue traduzioni o i suoi adattamenti, e presentando l'informazione in modo da rispecchiare la dinamica dell'opera, tanto più che, nel caso di molteplici edizioni o traduzioni, verrano prese in considerazione e riprodotte - dopo doverosa analisi - solo le differenze da un'edizione (o da una traduzione) all'altra, senza ripetere dunque tutti gli elementi in comune. Similarmente, le riproduzioni della stessa pianta potranno essere richiamate a partire della visione di una di loro. Appariranno sullo schermo in ordine cronologico, il che permetterà di paragonarle e di seguire loro possibili trasformazioni, non necessariamente frutto di un crescente progresso, ma a volte anche riflesso di tutta la diversità del campo, con le sue possibili contraddizioni, gli eventuali repentirs d'auteur o qualsiasi altra mutazione in uno schema non necessariamente lineare, ma anzi sinuoso ed ogni tanto erratico. Per permettere di valutare l'esattezza scientifica delle illustrazioni, verranno incluse anche immagini digitali di esemplari d'erbario delle specie alle quali corrispondono le piante menzionate negli erbari a stampa inclusi nella ricerca e, per quanto possibile, immagini di tali piante in natura.

L'insieme di questi dati verrà messo a disposizione della comunità scientifica attraverso un sito Web accessibile a partire dal sito delle Biblioteche dello Smithsonian Institution (Galaxy of Knowledge) e della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Sarà possibile effettuare la ricerca secondo vari parametri: per nome di autore di un erbario, titolo, anno o periodo di pubblicazione di un volume o anche per nome di pianta, in qualsiasi delle lingue sopra elencate.

Il sito non si limiterà dunque a riprodurre semplicemente gli erbari illustrati pubblicati dagli albori della stampa al XVI secolo, ciò che duplicherebbe in un certo senso le collezioni bibliotecarie, ma presenterà anche tale produzione sulla base di un esame personale e diretto dei volumi, corredandola inoltre di preziose informazioni scientifiche quali la biografia degli autori e degli stampatori, il lessico botanico in varie lingue e di varie epoche (dall'antichità ai nostri giorni), fino ad arrivare alla storia della stampa e dell'illustrazione botanica. Inoltre, tale sito permetterà la consultazione virtuale di queste opere ad un vasto pubblico.

Una nuove visione dell'illustrazione botanica pre-moderna


La quantità di dati - siano essi testuali o iconici - accumulati in tal modo, la loro esaustività, il loro richiamo secondo criteri standardizzati per tutta la produzione sotto esame, la loro visione quasi istantanea e con un alto livello di definizione e la visione se non simultanea, quanto meno sequenziale con tempi di successione molto brevi di tutte le figure di uno stesso libro o di una stessa pianta in tutti i libri contenuti nella ricerca aprono nuove porte all'analisi della produzione di illustrazioni botaniche pre-moderne.

Fra tanti altri esempi, si potrebbe menzionare che, contrariamente a quanto sostiene la bibliografia, Prospero Alpino (1553-1616) non fu il primo a rappresentare il banano nella sua opera sulle piante d'Egitto (prima edizione nel 1592). Due immagini dell'albero e del suo frutto appaiono già, infatti, nella traduzione commentata dell'opera di Dioscoride già menzionata a cura del senese Pietro Andrea Mattioli (1501-1578)
 

Pietro Andrea Mattioli. Petri Andreae Matthioli Senensis medici, Commentarii in sex libros Pedacii Dioscoridis Anazarbei, De medica materia, iam demo ab ipso autore recogniti, et locis plus mille aucti. Venetiis: ex officina Valgrisiana, 1565 fig. 1 e 2

E, parlando di Mattioli, non si potrà più considerare che le figure a piena pagina che illustrano i suoi commentari a partire dall'edizione ceca del 1562 (riprodotte poi nell'edizione tedesca del 1563, nella versione latina del 1564 e nelle sue numerose ulteriori edizioni) siano nuove come pretendeva Mattioli stesso. Il paragone sistematico di queste tavole a piena pagina con le figure di formato ridotto che apparvero nell'edizione del 1554 e furono poi riprodotte nelle edizioni che seguirono fino a quella del 1562 (ma anche ulteriormente) rivela l'esatta natura delle prime: si tratta di ingrandimenti delle piccole, con più ampiezza, certo, dovuta alla maggiore superficie della pagina.

 
ampeloprasum in Pietro Andrea Mattioli. Petri Andreae Matthioli Senensis medici, Commentarii secundo aucti, in libros sex Pedacii Dioscoridis Anazarbei, De medica materia. Venetiis: ex officina Erasmiana, Vincentij Valgrisij, 1558, fig. 3: p. 307
ampeloprasum in Pietro Andrea Mattioli. Petri Andreae Matthioli Senensis medici, Commentarii in sex libros Pedacii Dioscoridis Anazarbei, De medica materia, iam demo ab ipso autore recogniti, et locis plus mille aucti. Venetiis: ex officina Valgrisiana, 1565, fig. 4 p. 552


L'esame rinnovato della produzione di illustrazioni botaniche negli erbari del XV e del XVI secolo non si limita a paragoni di questo tipo sebbene essi siano molto produttivi e capaci di modificare la percezione dell'arte botanica dell'epoca. Tale esame, effettuato sulla base del materiale raccolto e ordinato secondo le modalità del programma PLANT, conduce ad un nuovo approccio epistemologico delle riproduzioni di piante nell'età premoderna.

Secondo una visione già antica ma che vale tuttora e permea qualsiasi analisi tanto della botanica rinascimentale quanto di fenomeni in apparenza più lontani quali la rivoluzione scientifica, l'illustrazione botanica moderna nacque con gli erbari realizzati da personaggi che l'erudizione storica tedesca del XIX secolo ha battezzato come i Padri della Botanica, in particolare Otto Brunfels (ca. 1489 - 1534), autore di Plantarum vivae eicones pubblicate in prima edizione a Strasbourg nel 1530, e Leonhart Fuchs (1501 - 1566), che compilò una voluminosa De historia stirpium commentari insignes. Questa venne pubblicata per la prima volta a Basilea nel 1542 in un formato grande e ristampata successivamente a più riprese e in vari formati, dal libro tascabile alla larga opera di consultazione, come era già la prima edizione. La natura suppostamente moderna delle illustrazioni botaniche di questi due volumi contrasta singolarmente, secondo l'interpretazione tradizionale, con lo schematismo dei disegni medievali ancora attestati dai primi erbari a stampa.

L'esame sistematico delle illustrazioni delle opere di Brunfels e Fuchs e il loro paragone con l'insieme della produzione a stampa del XV e XVI secolo mette in luce nuovi aspetti delle illustrazioni dei due Padri tedeschi, aspetti che fino ad ora sembra siano fuggiti ai ricercatori. Nella tavola dell'elleboro di Brunfels, ad esempio


elleboro in Otto Brunfels. Herbarum vivae eicones. Argentorati: apud Ioannem Schottum, 1532, fig. 5: p. 30

l'esemplare riprodotto non sembra di essere stato raccolto recentemente. Appare alquanto appassito e anche un pò rovinato. Questo aspetto realistico scompare nelle illustrazioni di Fuchs come si può notare dalla riproduzione dell'iris, ad esempio


iris in Leonard Fuchs. De historia stirpium commentarii insignes, Basileae: in officina Insingriana, 1542, fig. 6: p. 317

Qui, infatti, la pianta appare in una forma quasi perfetta, con tutti i suoi elementi chiaramente distinti e rappresentati, e anche artisticamente disposti sulla pagina. Questo tipo di differenze, illustrato qui su due specie, ritorna regolarmente quando si paragonano sistematicamente le illustrazioni delle piante dei due erbari.

Tale differenza non deve probabilmente essere attribuita a un progresso tecnico nell'arte tipografica, a una differenza di artista e incisore, o a un progresso scientifico secondo un paradigma di storia della scienza di tipo lineare di evoluzione costante e cumulativa, ma più probabilmente a un cambio di metodo. Allorché Brunfels riprodusse, infatti, con la più totale esattezza i campioni da lui raccolti nelle sue peregrinazioni botaniche, Fuchs rielaborò il dato botanico e lo concettualizzò. Non si limitò a riprodurre uno specifica pianta raccolta o osservata nella natura, ma osservò probabilmente vari esemplari della stessa pianta nell'intento di estrarne le caratteristiche comuni, le quali corrisponderebbero a ciò che oggi viene chiamata diagnosi della specie. Una volta fatto questo lavoro di osservazione e generalizzazione, chiese probabilmente al suo illustratore di rappresentare non più il modello raccolto nel campo come fece Brunfels, bensì le caratteristiche costitutive della specie, sorta di visualizzazione di un concetto astratto. In tal senso, le illustrazioni di Fuchs potrebbero definirsi concretizzazioni di idee platoniche, ossia i modelli di tutti gli individui delle specie di cui sono il concetto. Da Brunfels a Fuchs si passa dunque dalla rappresentazione esatta della realtà alla sua concettualizzazione e alla figurazione di tali concetti. Ritroviamo nelle tavole di Fuchs lo stesso metodo di realizzazione delle tavole botaniche moderne, il cui scopo è di rappresentare ed evidenziare tutte le parti rilevanti di una pianta, per permetterne la sua corretta identificazione.

Questi sono alcuni esempi di possibili applicazioni del programma PLANT, che costituirà uno strumento euristico particolarmente efficace per uno studio rinnovato della produzione di erbari a stampa durante il Rinascimento. Ci auspichiamo che, in futuro, diventi un'opera di riferimento tanto per i ricercatori specializzati nelle piu' diverse discipline, quanto per gli appassionati di tavole botaniche o piu' semplicemente, agli interessati del libro antico.

Bibliografia


La presente bibliografia si limita a segnalare alcuni titoli particolarmente significativi nella prospettiva di studio dell'illustrazione botanica rinascimentale suggerita nel presente saggio.

Per la storia della botanica, vedere i lavori classici seguenti (in ordine cronologico di pubblicazione):

Ernst H.F. Meyer, Geschichte der Botanik, 4 vol., Königsberg: Gebrüder Borntäger,1854-1857.

Agnes Arber, Herbals.Their Origin and Evolution. A Chapter in the History of Botany 1470-1670. Cambridge: Cambridge University Press, 1912.

Edward Lee Greene, Landmarks of Botanical History. Edited by frank N. Egerton, 2 vol. Stanford, CA: Stanford University Press, 1983.

Sull'illustrazione botanica, si vedrà le due opere seguenti, la prima delle quali è un'antologia dell'illustrazione botanica e la segonda un'analisi delle tavole di un genere botanico:

Richard G.Hatton, The craftsman's plant-book: or figures of plants selected from the herbals of the sixteenth century, and exhibiting the finest examples of plant-drawing found in those rare works, whether exectued in wood-cuts or in copper-plate engravings, arranged for the use of the decorator with supplementary illustrations and some remarks on the use of plant-form in design, London: Chapman and Hall, 1909.

Susanne Baumann, Pflanzen-abbildungen in alten Kräuterbüchern. Die Umbelliferen in der Herbarien- und Kräuterbuchliteratur der frühen Neuzeit (Heidelberger Schriften zur Pharmazie- und Naturwissenschaftsgeschichte 15), Stuttgart: Wissenschaftliche Verlagsgesellschaft, 1998.

Per nuovi approci alla storia della botanica rinascimentale, vedere, fra la produzione recenti, le seguenti opere (in ordine cronologico di pubblicazione):

Karen Meier Reeds, Botany in Medieval and Renaissance Universities (Harvard Dissertations in the History of Science). New York & London: Garland Publishing, 1991.

Paula Findlen, Possessing nature. Museums, collecting, and scientific culture in Early Modern Italy (Studies on the History of Society and Culture 20). Berkeley, Los Angeles & London: University of California Press, 1994.

H.-P. Michael Freyer, Europäische Heilkräuterkunde. Ein Erfahrungsschatz aus Jahrtausenden.Würzburg: Königshausen & Neumann, 1998.

Anthony Grafton & Nancy Siraisi (eds.), Natural Particulars. Nature and the Disciplines in Renaissance Europe (Dibner Institute for the History of Science and Technology). Cambridge, MA, & London: The MIT Press, 1999.

Gianna Pomata & Nancy G. Siraisi (eds.), Historia. Empiricism and Erudition in Early Modern Europe (Transformations: Studies in the History of Science and Technology). Cambridge, MA, & London: The MIT Press, 2005.

Brian W. Ogilvie, The Science of Describing. Natural History in Renaissance Europe. Chicago & London: The University of Chicago Press, 2006.