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(*) Relazione presentata nell'incontro:
"ERBE E SPEZIALI: i laboratori della salute".
Dr.ssa Carla Di Fabio
Biblioteca Nazionale di Roma, 19 giugno2007.
La Galenica, aspetto dimenticato della professione di farmacista, relegata oggi ad essere solo
uno dei tanti servizi offerti dalla farmacia moderna, è, in realtà, il cuore stesso e l'anima
della nostra professione.
Può essere quindi molto interessante ed importante andare ad indagare e a prendere coscienza della memoria storica di questa nostra attività. Vediamo allora di definire cosa sia la galenica e di esaminare la sua evoluzione nel periodo storico compreso tra il XIX e il XX secolo. La Galenica consiste nelle procedure di allestimento e preparazione di un medicinale in forma e/o dose di medicamento, ed è competenza importante ed esclusiva del farmacista. Il periodo storico preso in esame è caratterizzato da una vera e propria metamorfosi della farmacia. ' agli inizi dell'800 il farmacista fosse ancora l'unico artefice del farmaco, fondando la sua attività essenzialmente sull'allestimento (preparazione) dei medicamenti. Era quindi un preparatore che eseguiva le prescrizioni dei medici a partire da droghe vegetali ed altre sostanze di origine naturale e che doveva possedere un bagaglio culturale complesso. Il farmacista deteneva quindi il monopolio del farmaco, con una conoscenza perfetta e globale del medicamento. ' A metà '800 il farmacista iniziò a prendere coscienza dei propri mezzi e si avventurò alla ricerca di nuove sostanze contribuendo così alla nascita della farmacologia. Furono quindi isolati per la prima volta, e poi identificati, i principi attivi, le vere entità funzionali a cui la droga doveva la sua azione. Lo "Speziale" quindi si avventurò nella ricerca farmacologia e ne divenne l'artefice principe. Il primo isolamento importante fu compiuto nel 1806 dal farmacista tedesco Serturner che dall'oppio, lattice secreto dal Papaver sonmiferum, isolò la morfina. Successivamente vennero isolati molti alcaloidi come la nicotina dalla Nicotiana tabacum, la colchicina, la caffeina, la codeina e nel 1820 Caventou e Pelletier estrassero dalla radice di Cincona succirubra la chinina. Iniziarono a questo punto tentativi di sintesi di composti chimici con struttura simile alle sostanze naturali isolate per migliorarne e potenziarne gli effetti terapeutici. ' Alla fine del XIX° secolo da questi studi fiorirono sostanze come l'antipirina (1883) potente antipiretico e poi, alcuni anni dopo, al famoso piramidone (1893). Dalla acetanilide (o antifebbrina) si ottenne la fenacetina (1887). L'effettiva efficacia di queste nuove sostanze cambiò l'assetto generale della terapia e della farmacia. ' Fino a quel momento (agli inizi del 1900) , infatti, non esistevano le specialità medicinali pronte come siamo abituati ad usare oggi, e il farmacista era chiamato a sopperire a tale mancanza con la preparazione del galenico e del magistrale; ora invece le farmacie aprirono la vendita, oltre ai medicamenti tradizionali, verso un vasto assortimento di nuovi prodotti già confezionati quali medicazioni, articoli ortopedici, cosmetici, e cominciarono a produrre, per la prima volta nella loro storia, Specialità Proprie, cioè prodotti pronti per la cura di lievi patologie, con nome di fantasia, unici e distintivi per quella farmacia, proposti al pubblico senza obbligo di ricetta medica. L'attività del Laboratorio della farmacia, quindi, aumentò vertiginosamente tanto che, a volte, le dimensioni di questi allestimenti furono di tale portata da condurre alla nascita di vere e proprie industrie farmaceutiche come: la Farmacia Carlo Erba e la Farmacia Zambeletti di Milano, la Monico di Venezia, la Schiapparelli di Torino… ..ed altre. ' Durante gli anni '20 altre importanti scoperte come l'isolamento delle vitamine (vitamina B1 fu la prima nel 1910) e degli ormoni (come l'insulina nel 1926) determinarono la nascita della moderna chimica farmaceutica. Iniziò quindi una notevole trasformazione delle preparazioni galeniche sia in farmacia che in ambito ospedaliero, con l'abbandono di molte droghe vegetali e principi attivi storici, sostituiti sempre più spesso nelle ricette mediche dalle nuove molecole sintetizzate dall'industria. Queste sostanze giungevano nelle farmacie sotto forma di polvere e spettava al farmacista la loro trasformazione in una forma farmaceutica fruibile dal paziente. ' Durante la Prima Guerra Mondiale le difficoltà di approvvigionamento e reperimento delle nuove sostanze determinò un ritorno verso prodotti tradizionali di origine vegetale e un provvisorio aumento delle preparazioni galeniche. In quegli anni continuò comunque la ricerca e la messa a punto di nuovi farmaci, soprattutto nelle officine farmaceutiche tedesche e svizzere, arrivando alla scoperta del primo barbiturico, dei sedativi, degli anestetici, di nuovi antireumatici, dei disinfettanti e del primo sulfamidico nel 1935. Da questo momento sarà l'industria ad allestire le specialità di sintesi già con la loro forma farmaceutica, la loro confezione, il loro nome. Le specialità industriali acquistarono sempre maggiore spazio in farmacia con conseguente perdita d'importanza delle preparazioni galeniche. Il farmacista perse il suo ruolo d'importanza e diventò semplice dispensatore di specialità. L'industria farmaceutica diviene protagonista nel campo farmacologico. ' Con la cruciale scoperta della penicillina nel 1943 e soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale, il mercato del farmaco si espande enormemente (Psicofarmaci, cortisonici, antistaminici, antitumorali) e tutta la ricerca e la produzione si sposta in ambito industriale. ' Negli anni '60 si ha quindi un crollo della galenica, sia in farmacia privata che in ambito ospedaliero, ritenuta ormai economicamente irrilevante. Da questo momento fino alla fine degli anni '80 la produzione galenica rimane limitata a pochissime farmacie di nicchia con preparazioni quasi esclusivamente ad uso dermatologico. La galenica ospedaliera sopravvive invece, negli anni '70 grazie alla specializzazione di queste strutture in ambienti sterili per la produzione di soluzioni di grande volume per fleboclisi e successivamente, negli anni '80, con la preparazione di sacche per l'alimentazione parenterale totale di pazienti chirurgici e di miscele citotossiche, attuate in ambienti protetti, in terapie antineoplastiche. ' Nell'ultimo decennio del XX° secolo si è finalmente cominciato a rivalutare, in modo modesto ma progressivo, il farmacista preparatore, in quanto nella realtà sociale e culturale nasce il bisogno di una figura competente che sappia consigliare, indirizzare e creare degli aiuti, delle "terapie di sostegno" personalizzate alle esigenze specifiche del paziente. Possiamo, quindi, concludere come nell'arco del secolo scorso la figura del farmacista-preparatore abbia subito una trasformazione passando da semplice speziale prima, a protagonista completo del farmaco, finendo poi relegato a semplice comparsa come dispensatore di specialità. ' Oggi nel 2000 speriamo di invertire questa tendenza e di rivalutare le tante potenzialità del laboratorio galenico. Preparazione galenica, infatti, non vuol dire ritorno al passato, ma, anzi, la possibilità di migliorare e personalizzare il rapporto con il paziente e con il medico assicurando, innanzitutto, qualità, sicurezza ed efficacia, e recuperando, in parte, quel ruolo globale avuto nel passato. ' Vediamo quindi i vantaggi della galenica moderna. La preparazione galenica trova la sua funzione ed importanza terapeutica in quanto permette al paziente di ottenere un medicinale che non e' disponibile come prodotto industriale. Spesso i medici si trovano di fronte a queste problematiche che si possono superare ricorrendo al galenico. Questo aspetto peculiare della nostra professione risulta quindi ancora oggi molto affascinante, ma è essenziale sempre una adeguata competenza e il rispetto delle numerose norme previste per garantire in ogni momento del processo qualità, efficacia e sicurezza del prodotto galenico. Scarica la presentazione in Power Point di questa relazione. |